La recensione di questo album è stata scritta il 22 agosto del 2022. L’album “Revelation” era atteso alla pubblicazione per la Metalville il 19 agosto, ma ciò non è mai accaduto. La band il 5 agosto comunica che la pubblicazione è stata rimandata al 2023. Nel mentre i Siena Root sono in tour e durante questo periodo ho avuto un breve scambio via mail con il batterista Love Forsberg, per chiedergli se fosse stato il caso o meno di pubblicare la recensione. Forsberg propose, giustamente, di attendere. Finalmente il 3 novembre 2022 arriva l’annuncio della firma con Atomic Fire Records, confermando il 2023 per l’uscita dell’album e poi il 24 febbraio come data definitiva. Da allora le opinioni su “Revelation” non sono cambiate. Proprio nel periodo del tour e concerti tra estate e autunno, la band ha creato il documentario “Wheels of Revelation” che mostra i Siena Root lasciare la città e avventurarsi nei boschi del nord alla ricerca della giusta ispirazione per la creazione di “Revelation”. Sarà in streaming il 23 febbraio (QUI)
(Atomic Fire Records) Sono almeno venticinque anni che i Siena Root producono musica di qualità, pur non reinventando alcun tipo di forma musicale che la band svedese intraprende nei propri album. Legati al rock e sue influenze del periodo ’60-’70, i Siena Root hanno nel tempo solcato l’intero arco di stile fiorito nella scena musicale mondiale proprio nei suddetti decenni e imparentato con il rock di un tempo. Zubaida Solid con la sua voce mette un tocco supremo alla musica che tra il suo organo, la chitarra di Johan Borgström, il maestoso, dinamico e verboso basso di Sam Riffer, con la quadratura ritmica di Love Forsberg e strumenti aggiuntivi, produce uno scenario a volte sognante, continuamente denso di feeling e radicato nell’immaginario collettivo di ogni forma di rock. Blues, acid rock e psichedelia, jazz, folk sono tra gli elementi di spicco e pilastri di un suonare che abbraccerebbe la west coast, il rock blues, la scena inglese a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 e non senza un occhio alle proprie radici nordiche. “Revelation” per quasi 47′ tocca dunque diversi canovacci di genere, tutti ben amalgamati dai suddetti strumenti che sono ogni volta pilotati con ispirazione, attraverso un carattere melodico importante, scorrevole e avvolgente. Nessuno dei pezzi appare di troppo e tra echi dei Curved Air, i Love, Jefferson Airplane e così via, le radici di questo sound che hanno i colori della città di Siena che ha ispirato il nome della band, rende “Revelation” un altro momento importante per i musicisti svedesi. Per un sound così epico e poetico, quanto vintage, non poteva non mancare un equipaggiamento totalmente analogico per registrare “Revelation” e le sue undici canzoni. Un atto dovuto!
(Alberto Vitale) Voto: 9/10