(Autoproduzione) Più che un gruppo, qui si parla di una sola persona che compone, registra e confeziona il tutto con le proprie mani. Ma se da un lato bisogna dare atto al tipo che non è mai a corto di idee, dall’altro lato bisogna anche riconoscerne gli alti e bassi. Questo “Volume 5” è ancora una volta nel segno di una sperimentazione che denota la mancanza di un musicista nel riconoscersi in un preciso stile e genere musicale. E questo può essere un bene se abbiamo delle idee originali, è un male se si cerca invece di rifarsi a schemi già sentiti; in questo caso il riferimento è il black metal. Purtroppo nessuna delle composizioni riesce a colpire nel segno, troppo slegate tra di loro. L’impressione che si ha sovente è quella di trovarsi di fronte ad una demo, in cui si propongono canzoni a caso dal proprio repertorio, senza scomodarsi di usare un qualche collante tra le tracce. Il materiale risulta davvero troppo amatoriale, senza andare incontro a quel black di stampo francese e portoghese che invece fa di questa caratteristica il proprio marchio di fabbrica. Attendo il volume sesto per pronunciarmi meglio, ma per il momento siamo sotto la sufficienza.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 5/10