(Napalm Records ) È il terzo capitolo per il duo formato da Tom S. Englund degli Evergrey e del pianista Vikram Shankar (Redemption e Lux Terminus). Ancora musica delicata, introspettiva, intima, verso quella malinconia autunnale di origine nordica che già abbiamo trovato nei capitoli precedenti (qui la recensione di “Nectar” del 2022). Una voce grandiosa e quasi magnetica, arrangiamenti sensuali, provocanti, tanto dolci quanto incisivi, tanto rilassanti quanto impattanti. Vibrante “Construct”, forte il senso drammatico di “New Life”, riflessiva e sognante “Churches”, catchy “Just Above The Clouds” con il bellissimo assolo di violoncello curato da Raph Weinroth-Browne dei Leprous. C’è pace, c’è calma con “Reset” e “Tides”, coinvolgente l’elettronica ben arrangiata di “The Real Me”, deliziosamente uggiosa “Light Up The Dark”. La title track offre un incedere ipnotico, mentre c’è una particolare ricchezza di suoni su “The Last On Earth”. Immagino vi chiederete cosa c’entri un album come questo con l’heavy metal, visto che l’unica connessione con il genere è il nome di Tom ed eventualmente di qualche ospite. Ebbene, forse è una domanda che lo stesso Tom si è posto, tanto che gli è saltato in mente di aggiungere tre bonus tracks, tre cover per la precisione: “The Trooper” degli Iron Maiden, “Dancing In The Dark” del Boss e la celebre “Numb” dei Linkin Park… tutte ovviamente in rigoroso stile Silent Skies! Il brano degli Iron Maiden fa venire la pelle d’oca, un’incredibile meraviglia sentire quella grintosa la melodia scandita dal pianoforte e da synth ambientali. Il classico di Bruce Springsteen mette in evidenza quella malinconia che il brano originale cela sotto quel ritmo impulsivo, mentre “Numb” è ancor più struggente dell’aggressiva versione originale. Due artisti di alto spessore, non solo capaci di convogliare emozioni dentro la propria musica, ma altresì maestri nel convertire quelle emozioni, quelle oscure emozioni, in musica avvolgente, intensa, semplicemente sublime.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10