(Antiq Label) I suoni si avvolgono, le atmosfere si contraggono e poi esplodono. Nel primo album dei Silhouette, tutto sembra prendere la sua giusta forma dopo una serie di tormenti o riflessioni. Le atmosfere del loro post black metal possono essere incantevoli quando è la sola Ondine a cantare, sirena ammaliante che da sola ipnotizza ogni cosa. Oppure sono uno sconquasso dove Yharnam, cantante che è in un urlo perenne, interpreta queste impennate sonore appunto tra un atmospheric e un post black metal contemporaneo. La presenza di questa vocalità femminile ispirata, con cadenze anche popolari ed esotiche nel cantare, magari ancestrali, a contrasto con il metal che sa essere anche evocativo o d’impatto, rievoca dunque scenari alla Sylvaine o gli Alcest e qualcosa dei vecchi Cult Of Luna. Due chitarre, una ritmica e una solista, basso e batteria, completano il sestetto francese attivo da poco tempo e con qualche piccola pubblicazione antecedente a “Les Dires de l’Âme”. LAro sono ben rodati su ritmi blandi, con fasi quiete o in mid tempo, quanto nei momenti dove si accompagna in generale Ondine. Situazioni nelle quali la musica sembra meno scontata. Le parti più intense e ‘selvagge’, sono comunque ben espresse, ma il cantato di Yharnam alla fine rende tutto un po’ standard. Tuttavia nelle maglie sonore di questo lavoro di poco oltre i quarantacinque minuti, ci sono momenti celestiali, ispirati, suggestivi. Altri forse prevedibili, complessivamente però i Silhouette nel loro suonare si mostrano volitivi, melodicamente affini a più stili. Non è difficile intendere dalla voce femminile o dalle maglie delle sei corde, inserzioni melodiche con radici pagane e tradizionali. ‘I detti dell’anima’, il significato del titolo, arrivano proprio da un recondito e antico angolo dell’animo umano.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10