(Nuclear Blast Records) La voce degli Epica pubblica il suo primo album solista e lo fa con quel geniaccio di Arjen Lucassen (Ayreon). Per quanto si debba lodare questa artista per la sua celestiale voce e contemporaneamente riconoscere le capacità di Lucassen, sospettare che “Vermillion” possa essere un connubio di stile tra Epica e Ayreon, è un riflesso giustificato ma non deve essere un pensiero dominante. Simone Simons ha dei trascorsi, collaborazioni, con la band di Lucassen e dunque le comunanze sono fisiologiche e parte di un album piuttosto accattivante, con musica d’impatto e spesso maestosa, oppure dosatamente dolce e sognate. “Vermillion” è di fatto un lavoro versatile, figlio di questi tempi nel suo essere, nel suo stile e dunque con interventi anche non necessariamente metal, con forse troppa elettronica. Melodie importanti, con quei colpi maestosi che sembrano esplosioni improvvise in stile cinematic/symphonic metal, ma ampi scorci per mettere al centro la vocalità della padrona di casa sono ben rintracciabili e cuciti ad arte. Sia la Simons che Lucassen svolgono il proprio ruolo anche con mestiere, però in fin dei conti in “Vermillion” la cantante mette la propria faccia. In copertina certo, ovviamente nell’impianto vocale e anche nel volere essa stessa arrampicarsi sulle melodie, andando a seguire la musica e dunque osando. “Cradle to the Grave” ospita Alissa White-Gluz (Arch Enemy), in “RED” c’è una comparsata di Mark Jansen (Epica) e poi hanno partecipato un po’ di musicisti con trascorsi e collaborazioni negli Ayreon, Epica, nonché l’ottimo session man Koen Herfst alla batteria.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10