(Funere/Weird Truth Productions) Un’opera che esalta i sentimenti più strazianti, l’oscurità più impenetrabile, la devastazione interiore più lacerante. Dal moniker inquietante, alla copertina che non lascia speranza ino al titolo con quel barlume di ottimismo subito trucidato da cinquanta minuti di lentezza crudele, un funeral doom che penetra nella coscienza con teorie melodiche superlative, sempre ben cadenzate da ritmi privi di speranza e linee vocali appartenenti a dimensioni funeree ed ignote. È questo il secondo album della one man band tedesca Sinister Downfall, la quale conferma quel senso di agonia espresso con il debutto “Eremozoic” (recensione qui) uscito meno di un paio di anni fa. La title track apre con quasi un quarto d’ora di sonorità pregne di mestizia. Anche “Shape In The Mist” dura una infinità, rallentando ulteriormente, trasportando verso orrori mentali accentati da un tremolo particolarmente evocativo. Spiragli epici con “Reach For The Dead”, molta più atmosfera su “Bury Your Thoughts”, una pesantezza cosmica sulla conclusiva “Behold Darkness”. Malinconia senza limite. Atmosfere uggiose, ai confini tra la disperazione ed il suicidio. Ritmi che fanno riecheggiare un senso di funerea eternità, una chitarra capace di esaltare quella delicatezza morente dei primi Paradise Lost.
(Luca Zakk) Voto: 9/10