(Alma Mater Records) Sono passati ben sei anni da “Sangue Càssia” (recensione qui), un album ammaliante, malinconico, sensualmente decadente ed accattivante. Nel frattempo, in questo lungo periodo contrassegnato dalla pandemia, molte cose sono successe in casa Sinistro, ora con un bassista ed una cantante nuovi di zecca e con un contratto presso la label di Fernando Ribeiro, la Alma Mater. Negli anni si è evoluta anche la proposta musicale del combo portoghese, abile ad attualizzare il doom che da sempre lo contraddistingue, ammantandolo di una decadenza contemporanea conferita da sonorità che strizzano l’occhio al post metal. I riff sono caldi, avvolgenti, oscuramente psichedelici, dove la dolce malinconia dei The Gathering dell’era “Mandylion” e la teatralità dei My Dying Bride incrocia melodie pinkfloydiane, con quel tocco esotico conferito dalle liriche in portoghese, magistralmente interpretate dalla voce magnetica di Priscila Da Costa, capace di non far rimpiangere la pur bravissima Patricia Andrade. Un album profondo, magnetico ed evocativo, capace di creare immagini sognanti e tradurle in musica.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10