(Atomic Fire Records) Sinner è un musicista a tutto tondo, ed è un uomo di spettacolo. Mat Sinner nato come Matthias Lasch è il bassista e tra i fondatori dei Primal Fear, dei Voodoo Circle, ovviamente degli stessi Sinner e si è distinto negli anni anche per il suo lavoro con diverse collaborazioni, nonché eventi come il festival itinerante Rock Meets Classic. Invischiato in tutte queste cose, Sinner ha tirato fuori sempre della buona musica e negli anni ogni sua attività ha conseguito un giusto interesse da parte di stampa e pubblico. I suoi Sinner, completati dal chitarrista Tom Naumann, nella band da trentacinque anni, l’altro chitarrista Alex Scholpp, nella band solo dal 2018, e infine il batterista Markus Kullmann, pubblicano l’ennesimo album, la discografia della band è di fatto sterminata, il primo è stato “Wild ‘n’ Evil” nel 1982, che suona immediatamente arrembante e a suo modo fresco. Heavy metal ed hard & heavy dai suoni attuali e ben calibrati. Il duo alle sei corde compie un lavoro pregevole, soprattutto nei solo e fraseggi. I riff sono tutti scorrevoli e a volte si concedono anche movenze sbarazzine in certi ritornelli come quello della title track per esempio, una canzone dove appunto sono le finezze del singolo e i solo sanno dare un buon aspetto al tutto. Sinner è sempre un autore con un suo bagaglio ed un ottimo arrangiatore, per tanto “Brotherhood” in poco meno di un’ora fornisce molti spunti altamente gradevoli, mentre altri scorrono via anche bene ma senza quel tratto veramente distintivo. I Sinner sono comunque un heavy di una certa qualità, lo si avverte dalle canzoni che appaiono tutte, ma proprio tutte complete, studiate e ben curate. Nulla è lasciato al caso. Si pensi poi alle partecipazioni di Dave Ingram (Benediction, Bolt Thrower ecc.), Erik Martensson (Eclipse), Ronnie Romero (Rainbow), Tom Englund (Evergrey), Ralf Scheepers (Primal Fear) e tutti gli altri, sono dodici ospiti, che irrobustiscono “Brotherhood”. Rispetto al precedente “Santa Muerte” dove Mat Sinner è stato affiancato alla voce da Giorgia Colleluori (ex Eternal Idol), scelta che ha di fatto caratterizzato il range vocale dell’album, il mastermind della band ritorna protagonista al microfono. Giorgia Colleluori è presente anche questa volta come ospite e dunque non nel ruolo di comprimaria.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10