(Final Earthbeat Prod. / Black Widow Rec.) Sepolcrali e gotici, sulfurei e maledetti i siciliani Sinoath, bellissima espressione del metal italico. La band è passata negli anni, dal lontano 1990, attraverso le forme del death metal o estremizzandolo, per approdare poi al doom metal con tinte fosche e appunto sulfuree. “Anamnesis” offre una desolante malinconia e terribili sensazioni con brani degnamente doom come “Saturnalia” e “The Absolute Nowhere”. “Hyperuranius” è un lavoro di synth e suoni che sarebbe perfetto per un film di Sam Raimi, “Arcadia” con chitarra acustica, synth e voce ha un tono d’altri tempi e una poetica tenebrosa. “A Journey Unknown” è l’incontro tra il doom e il death metal di stampo inglese di alcuni decenni fa. Un brano maestoso con diversi cambi di scenari e una solida porzione death metal a strutturare questo pezzo. Il carattere principale nelle composizioni dei Sinoath, oltre all’ambientazione e le atmosfere, è certamente la linea melodica esposta nei pezzi, attraverso riff ben definiti e concatenati che esprimono motivi inquietanti e al contempo chiari e diretti. Il ritmo è appannaggio degli stessi riff, mentre Salvatore Fichera alla batteria contribuisce spesso come arrangiatore e uomo di raccordo. Musicisti brillanti nell’esprimere il songwriting in maniera lucida e rendendo i pezzi fluenti, non affatto una serie di sequenze schematizzate. “Anamnesis” abbraccia scenari gotici, doom, occult e death metal, pur creando un insieme proprio, definito. I musicisti non girovagano nella forma, ma danno un senso compiuto a ciò che fanno, rendono “Anamnesis” una poesia ben precisa, che scorre attraverso note misteriose e vibranti.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10