(Autoproduzione) Se un album folk metal proviene dall’Irlanda, si può stare sicuri che la componente celtica sarà predominante: e il terzo album dei Sirocco naturalmente non fa eccezione a questa regola. “Lambay”, come si legge sul sito ufficiale, è un concept sull’invasione che i vichinghi perpetrarono ai danni della Verde Isola. Subito la titletrack: la componente celtica – come si diceva – è ben evidente, ma le voci pulite e alcune cose delle chitarre provengono dal metallo tradizionale. “Follow, Unearth” ha invece un impianto maggiormente pagano, quadrato e tendente alla ripetizione e alla ciclicità caratteristiche della poesia nordica. “An Cheann Ri” ha qualcosa, ma giusto qualcosa, che ricorda le strutture del pagan estremo, mentre la conclusiva “Kingdom of Oriel” arriva dalle parti dei Forefather, estendendosi oltre i sette minuti. Insomma, l’album è gradevole, ma devo comunque lamentare due difetti: la relativa brevità (37 minuti) e qualche passaggio troppo standard. I seguaci della scena dovrebbero comunque, a mio parere, dare un ascolto.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10