(Avantgarde Music) Era prevedibile? Il polistrumentista Vladimir, mastermind dei russi Sivyj Yar (in russo: Сивый Яр), ha sempre dimostrato di poter uscire dai confini stretti del black e, con il precedente lavoro “Горе / Grief” (qui), la cosa era diventata decisamente palese. Ma con questa nuova opera, l’uscita da quei confini è imponente… e forse non era poi così prevedibile! “Golden Threads” è un album particolare: non solo è completamente strumentale, ma è pure lontanissimo da qualsivoglia sonorità black e contiene divagazioni musicali che abbracciano atmosfere acustiche, dolci, introspettive, malinconiche, in un suggestivo ed emozionante viaggio neofolk orientato attorno al suono dello Gusli, antico strumento a corda slavo, molto comune in Russia e appartenente alla famiglia dei salteri baltici, come il più noto Kantele finlandese. Musica dolce, delicata, ipnotica, in un contesto tanto moderno quando tradizionale, ricco di espressioni attuali e di progressioni medioevali. L’artista ha voluto dedicare queste composizioni all’autore Yuri Mirolyubov, stranamente collegato al ‘Libro di Veles’, un testo che parla della storia e della religione degli antichi popoli slavi, ritenuto falso dagli studiosi, libro che comunque ha una forte influenza sul rinato paganesimo dell’est europeo. I sei brani avvolgono, incantano, a tratti ipnotizzano, lasciando l’ascoltatore in uno stato di meditazione, di ricerca interiore… e di ipotesi sul prossimo passo artistico degli Sivyj Yar.
(Luca Zakk) Voto: 8/10