(Antstreet Records) Un rock sincero, poderoso che non lascia respiro. Quartetto Milanese al debutto con il primo full length, si distingue per sonorità decisamente heavy, pur mantenendo un orientamento strettamente rock, con influenze hard rock. Lontani da quelle sonorità non ben classificabili, i Sixty Miles Ahead hanno una notevole personalità, si distinguono, e queste 13 tracce si rivelano sincere, piacevoli, ricche di energia e forza. “While Luck I On Our Side” è veramente bella: una ritmica incalzante sostiene una componente melodica dove il cantante riesce a muoversi con libertà ed efficacia, dando sfogo alle sue capacità. Convincente l’hard rock di “Infection” con quel ritornello estremamente melodico, diretto, il quale invita al canto. Qualche sonorità alternativa sulla bella e grintosa “Not Supposed to Crawl”, dove l’abilità dei musicisti e messa in particolare evidenza. “Something To Blame” è un altro pezzo in perfetto stile hard rock, costruito con cura, suonato con passione, il quale richiama sonorità che si spingono fino all’AOR. Nonostante il titolo da ballad, “Cry Cry Baby” vede un appesantimento del suono, anche se rimane un ritornello molto melodico, decisamente il segno distintivo della band. Potenziale hit del disco è sicuramente la furiosa “Hit Me Shoot Me Stab Me”, che presenta l’ennesimo ritornello molto ben azzeccato, ed una struttura ritmica aggressiva, dando sostegno al quella sensazione molto heavy che è distribuita su tutto il disco. Schietti e diretti. Veri e passionali. Moderni ed efficaci. Questi sono i Sixty Miles Ahead, e questo loro primo vero album è senza dubbio un’ottima piattaforma di lancio per un’interessante carriera.
(Luca Zakk) Voto: 6,5/10