(Hells Headbangers) In poco più di un decennio i francesi Skelethal hanno dato vita a tre dischi di death metal ricco di influenze americane e svedesi, spingendo sempre più verso un old style, un old school tanto ricco di nostalgia quanto di efferata aggressività. I richiami alle band storiche si snocciolano riff dopo riff, ma non siamo davanti ad alcun plagio, anzi, siamo dinnanzi una saper interpretare e dar (nuova) vita ad un genere semplicemente intramontabile, leggendario, tanto tecnico quanto essenziale, così identificativo che ogni evoluzione reperibile sulla scena spesso rappresenta sostanzialmente lo snaturare una bellezza arcaica ed originale. Pezzi come “Spectrum of Morbidity” sono grezzi e ruvidi, con un crescendo di tecnica e raffinatezza selvaggia già ben presente su capitoli quali “Mesmerizing Flies at the Doors of Death” o sull’impattante “Upon the Immemorial Ziggurat”, due dei brani nei quali linee vocali e riff poco educati sanno mescolarsi a ricercatezze stilistiche e soliste tutt’altro che banali. Se poi prendiamo in esame la conclusiva title track, nei suoi quasi tredici minuti mette in mostra una band, uno stile, una creatività ed uno gusto stilistico non certo facilmente reperibile tra radici grezze di questo genere. Se finora era tutto costruito attorno ad un efficiente death americano, ecco che con il terzo capitolo la band francese inizia ad alzare la cresta, a mostrare i muscoli, a far capire di che pasta è fatta: questo non solo si riflette sull’efficenza dei brani, non si manifesta solo nella componente cathcy o nella fantasia: si rivela in una tanto favolosa quanto disinibita prova di tecnica concepita per esaltare ogni singolo brano!

(Luca Zakk) Voto: 9/10