(UDR/Warner) Secondo EP (di tre previsti) in breve tempo per i mitici Skid Row, stabili con Johnny Solinger al microfono. L’idea della band di fare più EP piuttosto che un album ha un certo vantaggio: più frequenza delle release, e comunque una durata interessante che appaga pienamente (in commercio ci sono full length che durano poco più di questi 29 minuti). La release offre sette tracce, dove le prime cinque sono pezzi nuovi della band; “We Are The Damned” è furiosa, ha un refrain leggendario e la voce di Johnny riesce a spegnere quell’eterna nostalgia per Bach tuttora manifestata da moltissimi fans. “Give It The Gun” è più hard rock grezzo, più punkeggiante, ed offre un riff travolgente generando una traccia che dal vivo (tre date in agosto in Italia!) può solo mietere vittime. “Catch Your Fall” è una power ballad molto bella, anche se il timbro vocale di Johnny è più adatto a pezzi grintosi. La quasi title track “Damnation Army” dimostra quanta rabbia questa band sia in grado di manifestare, quasi che le origini -ormai oltre 25 anni fa- street e furiose siano rimaste immutate nonostante il tempo, i cambi di line up, il successo, il calo di visibilità ed il ritorno attuale. Le chitarre in questo pezzo, come negli altri, sono validissime e dimostrano che Sabo e Hill sono ancora un’accoppiata perfetta. Più introspettiva ed oscura, nonostante sia minata da riff deflagranti, l’ultima traccia originale “Zero Day”. Essendo un EP, o mini album, ci sono delle libertà che la band si prende, ed in questo caso si tratta di scegliere ben due cover certamente non comuni: “Sheer Heart Attack” dei Queen è un brano certamente non famosissimo: nato come title track dell’omonimo terzo album, finì invece sul sesto (“News of the World”, 1977). L’altra cover invece è “Rats In The Cellar” degli Aerosmith, uscita nel 1976 sull’album “Rocks”. Due cover veramente inusuali (di solito vengono scelte “hit” note a tutti) che per come sono composte rispecchiano perfettamente la grinta ed il dinamismo sonoro degli attuali Skid Row. Un ottimo EP, pieno di una energia incontenibile che lo zoccolo duro della line up band -invariato dal 1987- riesce a mantenere di altissimo livello, adattandosi alla modernità ma garantendo un feeling scatenato tipico di un’epoca gloriosa, passata, ma non certamente defunta!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10