(Nordvis) Dopo una pausa di ben quattro anni (scandita dalle reissue di tutti gli album precedenti a “I döden” –recensione qui– da parte della Nordvis), torna la ‘foresta svedese’. Skogen è sinonimo di magia, di atmosfera, di black metal dalle reminiscenze pagan e folk. Il loro atteggiamento che intreccia il misticismo ad una sincera fede nelle forze della natura che risiedono nelle verdi foreste nordiche, porta ad una ulteriore evoluzione del sound, iniettando un nuovo senso di emozione in questo quinto album. Il nuovo lavoro è più vicino alla terra, forse meno violento, ma più incisivo, introspettivo, corredato da voci clean corali dall’effetto intenso e coinvolgente. Ispirata la opener “Det Nordiska Mörkret” (‘L’oscurità nordica’, ndr), immediatamente avvolta da un suggestivo cantato clean corale, il quale apre ad una teatralità viscerale, terrena, ricca di natura e vita. Più crudele “När Solen Bleknar Bort” (‘Quando il sole sta svanendo’, ndr), ricca di un black metal pregno di quegli odori che si percepiscono solo in un bosco autunnale dopo una intensa pioggia. Mid tempo intenso, che nasconde una chitarra unplugged sulla rabbiosa “Nebula”. Torna un coinvolgimento corale supportato da un riffing travolgente con “Frostland”. Oscura, pesante ma anche sensuale “The Suns Blood”, brano che vanta anche un assolo non complesso ma molto azzeccato, quasi fuori campo, fuori luogo, ma perfettamente abbinato, specie con il bellissimo arpeggio che lo segue. Estrema e pungente “Beneath the Trees“, un brano con una progressione melodica (dal violento al sognante) sconvolgente. Il finale scandito a “The Funeral” spegne ogni luce della natura ed incupisce mostruosamente, virando su concetti death e doom rivisti in una intelligente chiave Skogen. Album meno immediato del precedente. Una complessità da ricercare nella magia della terra, dei boschi, degli alberi i quali paventano una dimensione di eternità, specialmente se comparata con l’immediata mortalità umana.
(Luca Zakk) Voto: 9/10