(Thunderforge Records) Dopo cinque anni di silenzio ecco tornare in pista i lituani Skyforger, una delle prime band dell’est europeo a sfondare anche sui lidi occidentali (i nostri sono in attività dalla fine degli anni ’90). “Senprusija” è un album che mostra diverse sorprese, ma non tradisce lo spirito della band: ancora una volta, i brani cantano il passato delle terre baltiche, narrando le antiche vicende del popolo dei prussiani (che, come leggo sul loro sito, non ha nulla a che fare con i tedeschi, ma è invece il nome di una antica popolazione del baltico, sterminata appunto dai vicini germanici). La titletrack apre il disco nel segno del pagan black più arcigno e primordiale, ma già “Tagad vai Nekad”, pur nella tempesta che è capace di generare, ammorbidisce un minimo i toni, che ora non sono lontanissimi dagli Obscurity austriaci o dagli Arkona. Con “Herkus Monte” sembrano fondersi gli approcci sonori di Ensiferum e Heidevolk: la band olandese è richiamata ancora più chiaramente nella successiva “Ramava”, cantata in un doppio clean baritonale. Potente e oscuro il riff di “Lepnums un spits”, mentre in “Divi Brali” emergono finalmente gli strumenti tradizionali, che latitano in quasi tutti i pezzi precedenti. Lo strumentale “Rituals” deve essere una sorta di omaggio all’heavy metal classico (naturalmente suonato e rivisto in chiave pagan); la conclusiva “Zem Lietuvas Karogiem” mescola bene folk e black, e i cori fieri del finale sono ancora dedicati agli antichi lituani. Per chi ama il pagan certamente un’uscita da non perdere.
(René Urkus) Voto: 7,5/10