(Autoproduzione) Gran bella mazzata questo “Katharsis”, secondo album dei Brasiliani Slasher. Le radici del gruppo sono indubbiamente thrash metal, a cavallo tra la vecchia scuola (Testament in primis) e sonorità più moderne, con molte incursioni nel thrash Svedese alla The Haunted e nel death metal Statunitense, in particolare i Malevolent Creation. I brani sono veloci e aggressivi, supportati da un drumming preciso e potente, mentre le vocals sono in growling, non distanti da quelle proposte da Mick dei No Return. È proprio la band Francese a saltare subito alla mente nel brano “Overcome”, caratterizzato da riffs serrati alla Testament, stacchi brutali e assoli di ottima fattura. “Jamais Me Entregar” è invece più cadenzata, un mid tempo che sprigiona potenza da tutti i pori, dal riff portante simile a quello “’Til Death Do Us Apart” degli Exodus. Con “Hostile” la velocità torna a spadroneggiare, grazie ad una ritmica selvaggia e stacchi tipicamente thrash in cui la chitarra di destra macina un riff letale, subito doppiato da quella sinistra, per poi assestare all’unisono la botta finale. “All Covered In Blood” è aperta da un arpeggio sinistro alla Slayer di “Gemini” e intriso di un’atmosfera molto cupa e la voce che alterna un tono pulito al growling che caratterizza tutti i brani dell’album. Un lavoro ben suonato e personale, nonostante gli Slasher non abbiano inventato nulla di così innovativo. Ma la perizia tecnica e la capacità di assimilare le svariate influenze, rendono questo “Katharsis” uno dei migliori albums di questo genere usciti negli ultimi anni.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10