(Autoprodotto) Ambient. Black Metal. Oscurità. Dimensione occulta. Rituali. Gli sloveni Snøgg sono un’entità sperimentale che si spinge oltre i confini classici della musica, della canzone stessa. Il loro secondo album contiene una sola mastodontica traccia la quale in quasi quaranta minuti incuriosisce prima, ipnotizza poi, per poi continuare un percorso spirituale e psicologico che destabilizza e tortura la mente. Un inizio che ricorda i respiri siderali dei Dark Space, nel quale viene iniettata una buona dose di noise, ma anche… tendenze epiche le quali poi diventano atmosferiche, suoni provenienti da rituali, da tombe dimenticate sepolte dalla polvere di pianeti disabitati. Una crescente teatralità poi conduce a pulsazioni pesanti, tracce di black metal, voci minacciose che echeggiano da un campo di battaglia o dinnanzi un sacro tempio eretto in onore di divinità disperse nei meandri del tempo. Il brano poi prosegue con una lenta dissolvenza disturbata da vibrazioni instabili, scintille impazzite, fiamme ardenti. Lavoro impegnativo portato avanti da questo duo, il quale per la registrazione dell’album ha coinvolto un folto gruppo di artisti ospiti, impegnati con basso, rumori, voci, violini, chitarre, droni, effetti speciali e tante altre imprevedibili componenti che si sommano con fierezza all’impatto sonoro e scenico sviluppato dal brano. “Ritual of the Sun” è leggenda. È mitologia. È un’analisi introspettiva, mistica ed etera di religioni che venerano il sole. Culto. Fuoco. Sacrificio. Sangue. Un viaggio spazio temporale che ti assorbe, ascolto dopo ascolto!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10