(Silver Lining Music) Le cose importanti della vita. La libertà. L’empatia. La costante ricerca di risposte a domande troppo complesse non solo per essere poste ma anche per essere concepite, in quanto drammaticamente legate all’autodistruttiva natura umana. Sono sempre più filosofi e pensatori i Soen, e con questo loro quinto album avanzano poderosamente proprio lungo quel sentiero filosofico, oltre che musicale, offrendo un lavoro concepito con passione ed una cura maniacale agevolata dalla totale inattività live durante il 2020. Apre aggressiva “Lumerian”, prima di evolvere verso un rock contorto, moderno, un po’ digitale, con linee vocali provocanti e una tendenza drammatica. Prog metal per “Deceiver”, un brano con linee vocali tra il dark wave e i Katatonia, catchy ed incalzante “Monarch”, canzone con ritmica eccitante, drumming poderoso ed aperture melodiche emozionanti. Delicata “Illusion”, sensuale, con chitarre dal gusto bluesy ed una modernità del suono fortemente legata ad un rock più vintage. Contorta “Antagonist”, pesante e suggestiva, anche misteriosa, con drumming eccellente, superbo, tecnico e progressivo. Ancora quella bella similitudine con i Katatonia su “Modesty”, traccia dall’impeto struggente, riflessivo, introspettivo e deliziosamente coinvolgente, coronata da un assolo favoloso. Spunti di metal tagliente, di melodia seducente, di irrequieto groove e di disperazione sull’impattante “Dissident”, altro pezzo con una grandiosa chitarra, prima della conclusiva “Fortune”, canzone ricca di angoscia con un poderoso senso epico. Con l’egregio mix di Kane Churko (Ozzy Osbourne, Bob Dylan) capace di arricchire con carnalità i brani, “Imperial” è imponente, avvolgente, incisivo, volutamente micidiale. C’è un flusso possente di emozioni contrastanti che si diffonde attraverso le note e le parole dell’album, emozioni che a volte colpiscono con vigore, altre volte ammaliano con perversione, dando forma ad un concetto poetico superiore.
(Luca Zakk) Voto: 9/10