(Signal Rex / Lyndanise Coven) Un altro debutto, un’altra band dal freddo nord est (Estonia in questo caso). La solita roba? Direi di no, perché questo quartetto (wow! non si tratta di un’altra one man band!) inietta qualche dettaglio molto interessante in un black metal comunque viscerale, diretto, schietto e a tratti lo-fi. Un disco con tutta l’autenticità mistica dei primi anni ’90, tuttavia con risvolti super personali, imprevedibili, come evidenzia la favolosa “Peied Ja Lumihall” capace di dar spazio a chitarre acustiche ed una inaspettata stupefacente fisarmonica. Chitarre violente ed elettronica. Riff tirati e mid tempo coinvolgenti. Un caleidoscopio di stimoli sonori travolgente. Brani in lingua madre, come da manuale underground: linee vocali sublimi, spazianti dal scream e growl al corale fino ad un suggestivo spoken. Tra black e folk, tra violenza ed suggestione, tra aggressività ed evoluzione atmosferica: ma “ Keldrikojast” riesce ad andare oltre le descrizioni, oltre le definizioni, verso un concetto di pura emozione, verso il cuore, verso i sentimenti, verso un turbinio di sensazioni palesemente in fiamme!

(Luca Zakk) Voto: 8/10