(Is it Jazz? Records) Che dire? Debutta la Is it Jazz? Records, figlia dell’ecosistema Karisma/Dark Essence o debuttano i Soft Ffog per l’etichetta? Difficile rispondere. Ma se andiamo con un minimo di ordine, ecco che il polo di etichette con base a Bergen, Norvegia, offre finalmente la risposta giusta alla domanda eterna. Avete gusti estremi? Impagabili? Difficili da appagare? Amate tutta quella roba che è metal, è rock, ma anche prog estremo, spinto a livelli pazzeschi tanto da rientrare -forse- nei meandri del Jazz? Ecco che tutta quella roba strana, contorta, instabile e provocante, ora… finalmente… abbandona la solitudine, rientrando in una famiglia, una casa, un’etichetta che -come lo stesso suono- pone una domanda ovvia: questo è forse Jazz? I Soft Ffog sono rock, sono Jimi Hendrix (fin troppo), sono heavy classico (Deep & Led)… ma sono strani, sono contorti, sono lontani da metriche regolari; un abisso tra la canzone con refrain ed il loro credo strumentale. Sono musica prog, ma così contorta da uscire dagli stilemi del prog e cadere nei paraggi del post-qualcosa, del prog-jazz…. del ‘qualsiasi-cosa-non-prevedibile’… e non convenzionale. Quattro musicisti che suonano assieme, anche se ognuno va per il suo percorso, seguendo la propria strada; ad un certo punto queste quattro tortuose strade si incrociano, si sovrappongono, si intrecciano… per poi allontanarsi di nuovo, in un ciclo infinito di ricami sonori che rappresentano la massima espressione dell’improvvisazione.  La mia opinione? Diavolo, sono centinaia di anni che la stereofonia è un concetto diffuso (dai salmi antifonali di Sant’Ambrogio, tra il X e il XV), ma i Soft Fog sono quelli che spingono il concetto all’estremo. Ascoltare in cuffia pre credere. La cosa pazzesca? Il loro provocante uso della stereofonia è solo un piccolo dettaglio in un oceano di libertinaggio sonoro, di improvvisazioni, di pazzie sonore alle quali è impossibile resistere!

(Luca Zakk) Voto: 10/10