(Saturnal Records) Inizialmente i Solacide somigliano molto ai Dimmu Borgir di “Puritanical…”; poi, dalla seconda traccia senti che qualcosa cambia: meno oscurità, più propositività nelle tracce, più personalità. Una lieve vena melodica, quasi prog, si insinua lentamente nelle composizioni, sfociando poi nella terza traccia sottoforma di una piacevole e malinconica ballad. “Far Beyond Reality” sembra quasi uscita da un disco dei Bathory di “Hammerheart”, mentre il sento brano torna su lidi melodici e strumentali, giusto preceduto da una traccia bella dura e ruvida, così come il brano in chiusura, a mio avviso la migliore traccia dell’album, ragionata, epica e teatrale. Davvero un disco che non ti aspetti, visto soprattutto l’incipit.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10