(Scarlet Records)Hanno un groove dannatamente pulsante i metallers svedesi Sole Syndicate, i quali giungono al secondo disco in carriera. Un metallo melodico, capace in modo intelligente di mescolare un hard rock seducente con tendenze molto più heavy, a tratti sbordanti su generi più aggressivi: “Last Days of Eden” riesce quindi a provocare, eccitare… ma anche far arrabbiare, saltare in alto e… pogare! Hard rock con una dose extra di tritolo sulla opener “Wake Up”, pezzo con un refrain irresistibile. Più verso un bellissimo NWOBHM l’ottima “…And The Truth Will Set You Free” (fanno capolino ispirazioni da band come i Tygers of Pan Tang), mentre “We All Fall Apart” è epica, gloriosa, incazzata e lasciva… tutto allo stesso tempo: quella chitarra acustica che si affaccia anche durante l’assolo riesce a stuzzicare, mentre i ritmi crescono di intensità e le linee vocali contengono a stento una voglia di gridare forte. Intensa la power ballad “Glory Days”, pesante e dal sapore leggendario “We Came To Rock”. Sui ritmi vibranti di matrice funky di “Pain Is Only An Illusion” il vocalist diventa cattivo, strizza l’occhio a thrash e nu-metal, per poi rivelarsi molto melodico con l’ottimo nel ritornello. Sleazy ed incalzante “Have You Heard It All Before”, cadenzata, tuonante, oscura, uno sfogo, una liberazione con “Bring Us A Hero”, prima della bellezza melodica della conclusiva “When Darkness Calls”, un pezzo che mi ricorda piacevolmente i Winger più moderni. Uno scontro indovinato tra metal classico e moderno: con master e mix curati da Martin Kronlund nei suoi JM Studios (Hammerfall, Firewind, ecc), “Last Days of Eden” è un disco pericoloso se sparato a tutto volume mentre si guida: i ritmi, i riff, i ritornelli: tutta roba che fa premere forte sull’acceleratore!
(Luca Zakk) Voto: 8/10