(White Horse) Per chi non li conoscesse, i Solstice sono una formazione di punta della seconda ondata di metallo britannico, quella più sfortunata, che ha dovuto attraversare il grunge e la morte dell’heavy sound, e che solo in questi ultimi anni attira finalmente l’attenzione degli appassionati. I nostri hanno una storia di quasi venticinque anni ma soltanto tre full-“length” all’attivo; questo ep li ributta in pista dopo un silenzio quasi quindicennale (l’ultima proposizione di materiale inedito risale addirittura al 1998!). La bruma che si alza dall’intro strumentale “Fortress England” porta effettivamente con sé 40 anni di rock e metal inglese, dagli Iron Maiden agli Uriah Heep, dai Wishbone Ash di inizio carriera ai Pagan Altar. Quanto amo questo sound! “I am the Hunter”, nove minuti pressoché esatti, ha un lavoro chitarristico eccelso e profondo, e le variazioni dell’atmosfera, che giunge facilmente a tonalità epiche, coinvolgono l’ascoltatore per tutta la durata. “Death’s Crown is Victory”, poco meno di dieci minuti, ha una matrice più spiccatamente doom, ma dentro c’è anche tanto folk (ad esempio nella struttura ‘quadrata’ delle evoluzioni di chitarra, o nell’interpretazione invasata di Paul Kerns). Si chiude con un altro strumentale, “Aequinoctium II”, che mi ha fatto pensare, per la durezza dei suoni, a nostre glorie di genere come i Doomsword o i Rosae Crucis. Ora vogliamo un full-“length”! Inutile precisare che questo ep è disponibile soltanto in cassetta e vinile (quest’ultimo già in seconda tiratura, la prima è finita in cinque giorni).
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10