(Atomic Fire Records) Sembra che questi leggendari finlandesi abbiano premuto sull’acceleratore, tornando con fierezza al quel power melodico nordico caratterizzato da un drumming travolgente, da tastiere brillanti e riff taglienti, il tutto a supporto di brani intensi, catchy, con linee vocali semplicemente irresistibili. Undicesimo capitolo (senza contare la rivisitazione di “Ecliptica” uscita dieci anni fa, e i due dischi acustici ‘pandemici’ del 2022), dunque, per la band capitanata da Tony Kakko, ora apparentemente rinvigorita, scatenata, in grado di rispolverare quel ‘soumi-sound’ che riesce a generarsi solamente tra le foreste e i laghi di quel paese nordico. Ed è lo stesso Tony che lo spiega, affermando che dopo un paio di dischi leggeri, si è reso conto che stava mancano quell’indole metal, quella magia stilistica capace di garantire una rocambolesca velocità ritmica la quale è in grado di inglobare canzoni travolgenti che il pubblico vuole cantare a squarciagola. Ovviamente i testi brani sono molto attuali o in linea con le tematiche tipiche della band: gli ostacoli della vita, delusioni, la natura e la sua distruzione… ma con un senso di positività, quasi come se il pallido sole nordico volesse illuminare e riscaldare i sentimenti umani. Sound finnico al cento per cento con tanto di ritornello incisivo con l’opener “First In Line”; “California” sembra banale, con un refrain quasi sempliciotto… ma la struttura ritmica dell’intero brano è una forza della natura. Luminosamente oscura “Shah Mat”, con quel tocco (più che un tocco è proprio una manata pesante) a-là Simonetti, mentre è veramente ben riuscita “Dark Empath”, con quelle linee vocali favolose e molto passionali. Sembra quasi un gemellaggio stilistico con i Serenity l’ottima “A Monster Only You Can’t See”, c’è un pungente senso barocco su “Teardrops” e “Angel Defiled”, mentre la conclusiva title track evidenzia una band in piena forma, capace ancora di scolpire nell’etere onde sonore di altissimo livello, con arrangiamenti ricercati ed una intelligenza compositiva decisamente identificativa. Nuovamente ispirati, rigenerai ed energizzati a dovere, pronti per scatenare tutta questa ritrovata prestanza sui palcoscenici! Ed ecco che “Clear Cold Beyond” è un album dei Sonata Arctica che suona come un album dei Sonata Arctica DEVE suonare: brillante, tirato, tecnico, iper melodico, super nordico, a tratti sinfonico esempre vigorosamente impattante!
(Luca Zakk) Voto: 8/10