(Exile On Mainstream) Sono al terzo lavoro questi inglesi, un lavoro che rompe con un passato composto da due album interamente strumentali. “Push” è pungente, un post rock, un post hardcore, mescolato con alternative metal che per l’occasione aggiunge al quartetto due musicisti: Jonah Matranga (Far, Gratitude) alla voce e Mitch Wheeler (Will Haven) con ulteriori partiture di batteria. “Push” scorre impetuoso, la voce Jonah ha quel gusto sofferto di tendenza grunge, mentre la musica è graffiante, ruvida, molto melodica ma capace di una grinta travolgente. Inquietante la bellissima “Get The Guns”, un brano con un groove tetro ma irresistibile. Un post punk marcatamente britannico dilaga su “Listen”, tumultuosa e decisamente heavy “The Enemy”, traccia che segue con intelligenza il filone nu metal. Rocambolesca e contorta la title track, penetrante “Buried Under”, apparentemente spensierata “Boys And Girls”, una canzone ricca di intense vibrazioni. Decisamente radio compatibile “Saturn”, con il suo rock intimo, seducente ma tutt’altro che leggero. In chiusura il post punk di “Dark Night”, seguito dalla teatrale ed alternativa “Own”, un pezzo ricco di melodie incisive arricchito da linee vocali molto coinvolgenti. Una band in evoluzione la quale si lascia alle spalle un rock fruibile per abbracciare teorie metal, intensificando, appesantendo, evolvendo ispirazioni dichiaratamente appartenenti agli anni ’90. Un album che mostra una bellissima oscurità, un senso malinconico, drammatico. “Push” si rivela sincero, potente e, a tratti, perversamente letale.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10