(Bakerteam Records) I pugliesi Soul of Steel appartengono a quella razza, ormai in estinzione, di formazioni che suonano power metal nello stile italiano: il che significa, pressappoco, avere come punti di riferimento Labyrinth, Vision Divine, Athena e magari qualche act ancora più oscuro fra quelli emersi nel Belpaese nella seconda metà degli anni ’90. “Journey to Infinity” è il loro secondo disco (ricordo che mi piacque il debut, “Destiny”, uscito per la Underground Symphony): si caratterizza per un songwriting complesso, nella maggior parte dei casi di grande impatto ma talora un po’ involuto e prolisso. “Through the Gates of Heaven” non è esente da una certa componente progressive: molto gradevole, così come la più classica “Shadows of the Past”. L’unica cosa che un po’ sfugge al controllo è l’eccessiva lunghezza dei pezzi (più di sette il primo, circa sei il secondo), non sempre giustificata dalla struttura del songwriting. È un po’, come si accennava, il problema di questo ‘viaggio’, che arriva così a superare i 70 minuti. Pianoforte avvolgente e voci femminili per la graziosa “The fallen Angel”, ma funziona ancora meglio la seconda ballad in scaletta, “Like a Memory” (anche in quest’ultima le keys hanno il merito di creare il grosso dell’atmosfera). E dopo le ballate pure, che ci crediate o no, c’è anche una riuscita power ballad che risponde al nome di “Last Desire” (presente pure in versione acustica cantata da Roberto Tiranti: fanno quattro ‘lenti’ su 13 brani!). La complessa e multiforme “Eternal Life”, a fine scaletta, è la summa di questo disco coraggioso, ma che in più di un passaggio finisce per strafare. Meraviglioso il layout del sito ufficiale.
(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10