(autoproduzione) Al secondo album dopo cinque anni i parigini Sound Of Memories. “The Sand Witihin” tratta di quella atavica condizione umana di commettere sempre gli stessi errori in quello che è un ciclo apparentemente senza fine. La band però indica quel minimo di possibile speranza in questo ciclo diabolico. Sound Of Memories si presentano con il loro melodic death metal di base che nell’album tocca anche punti molto interessanti: “Black Virgin”, “Inside the Eye of the Storm”, “Soul Asylium” che è una delle cose migliori di “The Sand Witihin” per via di uno stile concretamente tecnico e prog. Con una produzione che rende i suoni netti e al contempo il cavalcare del riffing e i tappeti ritmci un blocco solido ma dinamico. “The Sand Witihin” offre accattivanti melodie anche attraverso fraseggi, brevi polifonie nonché assoli e con la batteria tesa a seguire le evoluzioni dettate dalle sei corde. La band dimostra un tono progressivo durante tutto l’album, esibendo delle partiture elaborate e infinite. Su “The Sand Witihin” non grava in maniera eccessiva l’eredità della scuola svedese del genere, con i parigini che smaltiscono queste ascendenze anche tenendo a mente quel frammentare, scomporre e scandire, tipo i connazionali Gojira, per ogni singola variazione che amplifica il lato thrash del melodic death metal. Detto dunque delle chitarre che tengono concretamente la barra del timone con il conseguente accodarsi delle ritmiche, la voce di Florent Orsini è stridente e aggressiva e con l’aggiunta di Fabien Benetti ai cori, nonché basista, le composizioni trovano anche il giusto abbinamento vocale.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10