(Dark Descent Records) Dopo vari demo e split pubblicati dal 2012 (anno di formazione) in poi, debuttano finalmente gli statunitensi Spectral Voice. Territori doom. Territori estremi. Funeral doom. Un po’ death, remotamente black, molto noise, tanto acid… sicuramente infernali, occulti, oscuri e letalmente lo-fi. Un suono avvolgente, tetro, coperto di ombre… un suono che divaga (i più esperti sentiranno anche una vaga ispirazione agli Hawkwind) e che si esalta dando forma a qualcosa di personale, intenso e completamente devoto alle tenebre. Death metal classico con riffoni decadenti? Ci sono, provate ad ascoltare “Lurking Gloom (The Spectral Voice)”. Suoni psichedelici? Nel finale di “Thresholds Beyond”.. un brano funereo, spietato, ma anche atmosferico e quasi postmetal. Brutale da una parte, ambient dall’altra l’ottima “Visions Of Psychic Dismemberment”. Assurda ed epica “Dissolution”. Gli Spectral Voice ci vanno pesante: brani che spaziano dai 5 minuti (uno solo) ai 14, con tappa fissa nel territorio 7-9 minuti; dentro questi assalti frontali ci sono colpi di scena improvvisi, spiazzanti, destabilizzanti… ma sempre intelligenti e suggestivi. “Eroded Corridors of Unbeing” è un album tutt’altro che facile; è contorto, lungo, pesante ed inospitale. Un album ricco di sorprese e spunti originali, i quali rivelano la personalità della band tutt’altro che da sottovalutare. Un album, claustrofobico: ma per coloro che negano l’esistenza di qualsiasi colore che non sia il nero più tetro, allora questo è un debutto assolutamente imperdibile!
(Luca Zakk) Voto: 8/10