(Invictus Promotions) Dopo una manciata di produzioni molto mirate negli ultimi cinque anni, tra cui EP, split e singoli, arriva finalmente un album. Diciamo che pur essendo un sostenitore delle produzioni mirate, mi sembra giusto valutare un gruppo anche sulla lunga distanza. Con “Antimoshiach” sono rimasto un po’ interdetto perché ammetto di non averne capito la struttura fino in fondo. Se da un lato infatti ritroviamo tutto quello che una classica black metal band americana può offrire, è pur vero che in certi tratti del disco sembra di sentire sfuriate quasi hardcore nel piglio. Una mancanza di struttura ben definita non fa a mio avviso decollare mai completamente un album costruito su poche idee puttosto sperimentali e innovamìtive ma che non vengono tradotte in musica in modo chiaro e omogeneo. Ecco quindi ondate black, voci urlanti, chitarroni dai suoni oscuri… eppure manca la dimensione musicale estrema, quell’aura negativa e pessimistica caratterizzante le produzioni di questo tipo. Ma soprattutto, manca la caratteristica essenziale del black americano, ossia l’aggressività, l’estremismo musicale. Ahimè, passaggio a vuoto…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 6,5/10