(Pure Legend Records) I primi due dischi dei messicani Split Heaven, devo dire la verità, non mi avevano affatto convinto; ma questo “The Devil’s Bandit”, per il quale i nostri scelgono immagini e testi (ma non atmosfere sonore) legati al western, è certamente più convincente e maturo. Anche la presenza del nuovo singer Gian Carlo Farjat, molto capace, contribuisce alla riuscita generale di questo “The Devil’s Bandit”. Vediamo allora i pezzi. “Danger Zone” è un brano complesso, molto vicino all’US metal cupo e un po’ involuto dei Metal Church, con dei momenti veramente tosti che fanno pensare, alla lontana, al thrash. “March of the Dead” si concede dei passaggi vagamente doom, ma anche un tratto strumentale che sembra quasi post-rock: abbastanza strano, ma riuscito. Grande lavoro chitarristico in “Waiting for the Angel of Death”, mentre “Runaway” è (naturalmente) un up-tempo sostenuto nel quale i nostri si dimostrano ancora dipendenti al 100% dai modelli americani. Dal canto suo, la titletrack potrebbe ricordare degli Iced Earth più legati al metallo classico e meno power, e “Diamond Gaze”, con il suo ritornello incessante, mi riporta pure a modelli simili. La conclusione “Right to rule” è un mid-tempo ritmato dove le chitarre spadroneggiano con un taglio maestoso, conclusione perfetta per questo disco. Ci è voluto un po’, ma i messicani hanno finalmente trovato la giusta alchimia!
(Renato de Filippis) Voto: 7/10