(Red Cat) Stage of Reality è un progetto molto ambizioso, che nasce per iniziativa dell’ex chitarrista degli Astarte Syriaca, Andrea Neri: partendo da Pasolini e Orwell, il nostro elabora un concept futuristico su una umanità che ha perso, con la capacità di conoscere, anche quella di decidere, riducendosi, appunto, a una massa di ‘macchine che respirano’. Subito la titletrack, un melodic metal (o forse alternative metal?) ben prodotto, dal taglio che mi sembra americano (soprattutto nella struttura del cantato), in cui mi stupisce il bel basso di Marco Polizzi (anche lui Astarte Syriaca) spesso in evidenza. Vincente il refrain di “Shadows from the Past”, un pezzo pieno di groove ma anche dall’aria malinconica; la melodia prevale nell’accattivante “The Lies Box”, e anche in questo caso mi sembra che ci sia una sorta di nota nostalgica nel sound e soprattutto nel solo. “Grey Men” ha dei passaggi quasi funky, molto gradevoli in quanto immensi in un contesto comunque genuinamente metal; “The Building” ha qualche vaga influenza Muse. Gli undici minuti di “Mindless” sono interessanti musicalmente ma anche ‘filosoficamente’: come dimostra l’intermezzo parlato, con una vecchia intervista di Pasolini, il testo è un attacco anche all’attuale impoverimento culturale italiano, che passa naturalmente per la televisione e le sue perverse strategie di mantenimento del potere. Alla fine della scaletta, ci godiamo ancora la leggera ballad “Where are we going”, dall’appeal radiofonico ma non per questo commerciale o scontato. Un disco che certamente necessita di più ascolti per essere assimilato: a un primo passaggio superficiale, alcuni brani potrebbero sembrare abbastanza simili fra di loro (soprattutto sotto l’aspetto ritmico). Ma non lesinerei i complimenti nei confronti di “The breathing Machines”.
(René Urkus) Voto: 7,5/10