(AFM Records) Un nuovo album dei Stahlmann aizza gli animi della platea tedesca e al contempo degli appassionati di “Neue Deutsche Härte” e dell’industrial in generale. “Bastard” rappresenta tutto l’insieme tipico del gruppo di Gottinga: sintetizzatori dominanti, batteria elettronica, chitarre fragorose e oversize, insieme alla voce profonda scura e pronunciante del tedesco. Caratteristiche ben precise e note, tuttavia i tratti salienti del genere possono essere stereotipati quanto quelli di altri, come il black metal ad esempio. “Bastard” in fondo è un industrial duro, molto duro e pompato in un modo affettato. Si sente una sorta di recitazione non solo dal punto di vista vocale, ma anche nella costruzione di qualche canzone, con quel modo ottuso di essere marziali e opulenti nei suoni e nelle andature. I Stahlmann forse non si sono mai evoluti, sono rimasti saldi a un certo modo di suonare e a un umore apocalittico e grigio. “Bastard” però presenta una manciata di buone canzoni e in particolare quelle che dettano atmosfere pregne di pathos, come “Schwarz und Weiss”, “Nichts Spricht Wahre Liebe Frei”, “Von Glut Zu Asche”. Nelle tre i synth orchestrali dettano l’emozione, anche il cantato gioca su sfumature meno aggressive e in generale vi è un clima da ballad. “Bastard” e “Judas” invece sono al polo opposto: la prima canzone va in mid tempo e possiede il dono della fruibilità, mentre la seconda domina in velocità e attitudine metal. Anche “Supernova” si distingue soprattutto per l’elettronica più netta e un clima meno opprimente. L’album rientra negli standard tipici dei Stahlmann, non presenta passi falsi e pompa ritmo e marzialità riuscendo anche in qualche occasione a modularli.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10