(Mighty Music) Terzo album per Stargazer, formazione norvegese che già con il precedente “The Sky Is The Limit” ha saputo guadagnarsi l’attenzione e la stima degli amanti dell’hard and heavy più classico, tanto da portare la band a pianificare un tour che non si è mai svolto, essendo il disco uscito alla fine del 2019, all’alba del funesto e pandemico anno seguente. Fortunatamente la formazione scandinava non si è persa d’animo e non è rimasta con le mani in mano, utilizzando questo lungo periodo di inattività live per comporre quello che è l’album più maturo dal punto di vista compositivo. Lo stile si mantiene a cavallo tra hard rock alla Rainbow (il moniker non è casuale) ed heavy metal classico, tra Dio e Judas Priest. Grande protagonista in questo album è il chitarrista William Ernstsen, shredder di razza e sempre pronto a sfoggiare il proprio istrionismo, ben sorretto da una sezione ritmica potente e precisa. Bisogna dire che a volte certi assoli appaiono addirittura eccessivi, come su “Rock The Sky”, brano dotato di un riff semplice, conciso ma perfetto così… inutile quindi allungarlo con una sfilza di note messe in fila in maniera a mio avviso forzata. Nella line up è segnalata anche la presenza di un tastierista, ma i casi sono due: o si è limitato a suonare l’intro di “Turn Off The Light”, tra l’altro un grande esempio di elegante class metal, oppure il lavoro ai tasti d’avorio è stato completamente affossato in fase di mixing, visto che in tutto il resto dell’album non si sente alcuna nota di tastiera. Nonostante ciò, l’album è suonato egregiamente e farà la felicità degli amanti dell’hard and heavy di fine anni ’70 e primi anni ’80.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10