(Autoproduzione) Secondo capitolo discografico per gli italiani Stargenesis, dopo l’ottimo esordio “Aurora” del 2021 ed in attesa del terzo album le cui registrazioni sono in programma per la prossima primavera. Le note biografiche classificano la band come progressive, definizione che mi trova solo parzialmente d’accordo, anche se alcuni pattern ritmici ed alcuni passaggi di tastiera possono ricondurre a sonorità i quel tipo. A mio avviso ci troviamo davanti ad un hard rock/heavy metal piuttosto raffinato e variegato, affine ai Queensrÿche di “Operation: Mindcrime”, sia per il fatto che entrambi sono dei concept album, sia per la capacità di passare da momenti più energici ad altri ad ampio respiro, spesso dominati da inserti acustici e con linee vocali di rara espressività. Nei momenti più heavy troviamo un ottimo bilanciamento tra partiture neoclassiche ed altre più bluesy, con assoli di gran gusto, molto tecnici ma sempre funzionali alle composizioni, mentre, come già detto, le parti più soft dominate da chitarre acustiche e tastiere donano pathos e profondità al concept. Un secondo capitolo emozionante e coinvolgente… non vedo l’ora che la band entri in studio per farci ascoltare il terzo capitolo.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10