(Iron Shield) Se si ha l’attitudine giusta, basta relativamente poco per comporre un buon album di heavy metal classico: le innovazioni sono subito bandite in favore di un approccio spontaneo, che cerca il chorus di solida presa e il riff da headbanging. In questo orizzonte, i catanesi Steel Raiser hanno certamente indovinato la ricetta per il loro terzo album, che supera in riuscita il pur ben congegnato predecessore (recensito QUI): tutti pezzi straight in your face, a tratti melodici, altre volte ruvidi e potenti. Classicamente priestiana (pure troppo!) la opener “Inexorable”: mi piace di più la successiva “Decapitator”, con un refrain marziale che si canta sotto la doccia dopo un secondo. “Scent of Madness” (presente in due versioni) inserisce nel sound, e con buoni risultati, tastiere e melodia; quasi orientata sul power alla Primal Fear “Dreaming of you”. Stentorea “Thousand Blades”, qualche bel verso in italiano nella trascinante “Mole Breaker”; resta solo che la titletrack è molto, molto vicina a un certo pezzo dei Priest… ma è un peccato veniale che si può perdonare. I siciliani si confermano una macchina da metallo vintage e meriterebbero, a mio giudizio, una maggiore attenzione da parte degli appassionati.
(René Urkus) Voto: 7,5/10