(Dissonance Productions) Dopo il lunghissimo iato di inattività, i Grim Reaper (ora creatura del solo Steve Grimmett) erano già tornati in pista nel 2016, con “Walking in the Shadows”; “At the Gates” ci ripresenta il loro ‘nuovo’ sound, sempre più lontano dall’heavy metal classico e sempre più orientato a un hard rock che, onestamente, non mi sembra nulla di trascendentale. Lodo naturalmente l’incredibile determinazione di Steve, reduce dal terribile incidente che lo ha costretto addirittura all’amputazione di una gamba, e gli auguro ogni successo possibile: ma senza mentire sull’effettivo valore di “At the Gates”. Subito la titletrack, che forse è anche il brano più metal di tutto il lotto: riff convincente, linee vocali molto melodiche per Steve. “Venom” è ruggente e molto, molto anni ’80, con il suo refrain immediatamente cantabile, mentre abbiamo un hard rock svelto con “The Hand that rocks the Cradle”. Chitarre potenti e trame sonore intriganti in “A Knock at the Door”, di nuovo orientata a un metallo saxoniano, mentre “Line them up” punta sulla velocità. Energia pure in “Only when I sleep”, e qualche scampolo di british metal in “Shadow in the Dark” per una chiusa non stellare. La classe di Steve non si discute e il suo timbro resta iconico, ma i brani si attestano su un livello discreto che, almeno a parere di chi scrive, non raggiunge mai picchi di creatività.
(René Urkus) Voto: 7/10