(InsideOut Music) Come David Gilmour esegue classici dei Pink Floyd, Paul McCartney dei Beatles, Brian May e Roger Taylor dei Queen e così via tutti gli altri sopravvissuti a situazioni artistiche impareggiabili, lo stesso capita a Steve Hackett. Sono operazioni che lenisco l’effetto nostalgia e aiutano i fans a convivere con l’assenza dei propri eroi. È una riflessione che al contempo suggerisce all’ascoltatore di passare prima dalle versioni originali, le quali restano in molti casi insuperabili. Ciò non toglie che assistere a un concerto di Steve Hackett sarebbe un’esperienza affatto trascurabile. Hackett è un brillante chitarrista, un grande musicista che è stato parte dei Genesis fino al 1977, componendo poi lavori di degno interesse come autore solista. L’ultimo suo album “At The Edge Of Light” (QUI recensito) è un capolavoro. Questo live album sei anni dopo la sua pubblicazione, viene stampato per la prima volta in vinile, come triplo, e rimasterizzato nelle sue altre versioni già note, cioè doppio CD e in digitale a 16 e 24 bit. La versione ricevuta dall’etichetta per la recensione è quella audio. Steve Hackett guarda dunque con diritto al suo passato, all’epopea Genesis. Nel concerto è affiancato dai fidati Nad Sylvan alla voce, Rob Townsend ai fiati e percussioni, Roger King alle tastiere, Lee Pomeroy al basso e Gary O’Toole alla batteria, oltre a quattro ospiti: Ray Wilson, John Wetton, Amanda Lehmann e Roine Stolt. Egli rimescola un po’ le linee guida di pezzi storici arrivando a un risultato comunque interessante. Ai fans ‘duri e puri’ dei Genesis poi di scegliere quanto il live ha l’aspetto di una super tribute band che esegue pezzi dei Genesis. Sono tutti musicisti di valore, Hackett è sempre in forma, ma all’Albert Hall c’erano di fatto lui con un manipolo di amici e professionisti a suonare pezzi stampati nella memoria collettiva, nonché nei sentimenti dei fans. Stve Hackett non è stato il primo e neppure sarà l’ultimo a intraprendere questo tipo di operazione discografiche. Anzi, di resoconti dei concerti fatti nel mondo nei quali ripropone classici dei Genesis, Hackett ne ha pubblicati altri. Soprattutto quello dell’anno precedente, 2013, e derivato dello stesso tour di questo live album, e intitolato “Genesis Revisited: live at Hammersmith”. A questo punto la riflessione è che i pezzi rivelano una discreta aderenza con gli originali, manifestano comunque una qualche dissertazione in fatto di esecuzione, soprattutto, per quanto ovvio, dei suoni. Il totale è di qualità, ma vista la storia di questo album, già preceduto da qualcosa di simile l’anno precedente – a quando la ristampa dell’altro? – questo triplo attirerà di diritto i ‘duri e puri’ di cui sopra e per giunta fanatici del vinile. Giustamente. Gli altri chissà…
(Alberto Vitale) Voto: sv