(Nordvis) Il black metal di questi svedesi mi garba. Ha quella giusta attitudine selvaggia e quell’odio indolente. Le tastiere che affiancano le chitarre sono leggere, non imponenti, non coprono troppo le melodie e aiutano a renderle seducenti. Tuttavia “Till Stilla Falla” possiede una batteria spesso sfalsata nei volumi e in qualche passaggio mi ha dato l’idea di essere una drum machine (ma non lo è) per come è levigato e piatto il suono di alcuni suoi pezzi. Le chitarre sono cariche di distorsioni gelide, totalmente black metal nella loro essenza. Bestiali e aggressive. Tuttavia ecco che trova un buono spazio nel missaggio anche il basso di Andreas Johansson (Havok) che spesso riesce a creare melodie in solitario e dunque definire un altro livello melodico e aggiuntivo al riffing portante. La voce è ruvida, grossa, non uno scream. Brani veloci, lenti, black metal dai toni epici, quasi come certe cose symphonic, solo che qui non ci sono synth che riprendono soluzioni alla Dimmu Borgir o Emperor, ma sono le chitarre e il basso a dare l’unità melodica e delineare la forma delle canzoni, le quali poi non sono mai troppo brevi; infatti in totale sono quattro e vanno dai 6’ e mezzo fin quasi ai 10’. Una lunga recitazione di metallo nero, dai toni ruvidi e agghiaccianti.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10