(Holy Records) Sono francesi, hanno già all’attivo (questo incluso) sei dischi, cantano nella loro lingua e in occitano antico, e non hanno niente a che fare con il metal: sono gli Stille Volk (monicker in olandese, che significa ‘il popolo silenzioso’), e il loro folk/ambient metal, per quanto forse poco adatto a questo portale, mi ha comunque intrigato. Certo, è l’eterno problema: dove finisce il folk che potrebbe piacere a un metallaro? Deve essere per forza vichingo o legato a temi mitologici? Perché etichette metal continuano a pubblicare dischi come “La Peira Negra”? Interrogativi senza risposta, ma almeno stavolta il prodotto valeva l’acquisto… “Dementis Maudiçon” è serrata, incalzante, a suo modo crea quasi una atmosfera gotica e misteriosa: un ottimo biglietto da visita. “L’éveil du Spectre” è meraviglioso folk mediterraneo, di base malinconico, ma che sa anche essere drammatico (e l’apporto dei fiati è in questo senso fondamentale). Magica e straniante la titletrack, mentre “La foret Gorgone” ha qualcosa di medievale. La conclusiva “En Occulz” giunge a tonalità alla Bregovic, che però in un disco fosco come questo hanno un effetto molto particolare, che sa quasi di grottesco piuttosto che di festaiolo. La bonustrack è nientemeno che una cover folk di “Come to the Sabbath” dei Mercyful Fate! Se vi serve una pausa dai soliti ascolti, “La Peira Negra” è una valida alternativa.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10