(Pure Steel/Audioglobe) Con un concept sull’inferno di Dante, i tedeschi Stormrider festeggiano il terzo album e il decimo anno di attività, ma devo dire che, a parere di chi scrive, la band purtroppo non brilla né per inventiva né per capacità di coinvolgimento. “The Path of Salvation” suona quindi come il tipico album power senza infamia e senza lode… nonostante Thomen Stauch si sia occupato della registrazione delle parti di batteria. Della traccia che dà il titolo all’album, la prima della scaletta, si può sicuramente dire che è marziale e martellante, ma le considerazioni finiscono qui. “Long Way down” ha quell’andamento tipico dei mid-tempo tedescamente quadrati (Paragon, Iron Savior, Running Wild d’annata e compagnia), mentre “Heretics” è quel tipico brano dove dopo due strofe e due ritornelli c’è un break lungo e quasi completamente affidato alle evoluzioni delle chitarre. Con “The Sentence divine” gli Stormrider tentano un approccio più legato agli anni ’90, ma il risultato continua ad essere soltanto discreto. Anche la spruzzata di thrash della conclusiva “Trascendence” non cambia il risultato. Forse questo disco piacerà maggiormente in area tedesca, ma sulle sponde del Mediterraneo convince molto meno.

(Renato de Filippis) Voto: 6/10