(Massacre) I comeback sono sempre pericolosi: i vecchi fan di solito li osannano senza riserve e senza nessuna considerazione per l’effettiva qualità del nuovo prodotto; talora la band che re-incide dopo 10, 20 o anche 30 anni è completamente diversa da quella degli anni ’80, e quindi la continuità è impossibile; e così via. Dico chiaramente che non ho apprezzato il comeback dei tedeschi Stormwitch, che si fanno risentire dopo un decennio di silenzio e almeno altri dieci anni (fra i ’90 e i 2000) di scioglimenti e apparizioni a singhiozzo. “Season of the Witch”, il decimo album della loro ricca discografia, mi sembra totalmente senz’anima: gli unici legami con il passato, peraltro, sono il singer Andy Aldrian e il bassista Jürgen Wannenwetsch. “Evil Spirit” è un heavy horror metal che sembra privo di mordente; l’inserimento di un paio di tastiere e cori alla Sabaton non salvano “Last Warrior”. La titletrack è finalmente un buon power con ritornello alla Gamma Ray; le quotazioni del disco si alzano improvvisamente con la bella e sognante power ballad “Runescape”. Ritmica e vagamente runningwildiana “At the End of the World”; in mezzo, però, un piattume che poco fa per coinvolgere l’ascoltatore. Assai singolare il fatto che il disco duri poco più di 35 minuti: altri due pezzi (di cui uno di quasi nove, “The Singer’s Curse”) si trovano soltanto nelle versioni digipack ed lp, ma onestamente non cambiano le quotazioni dell’insieme.
(René Urkus) Voto: 5,5/10