(Non Serviam Records) Intensa violenza, cinica brutalità, un black furioso ma molto curato proveniente dalla Svizzera. Sono al terzo album ed arrivano ad una coerenza artistica che permette loro di proporre un sound intelligente, il quale, oltre alla devastazione, sa includere riffing esasperati, ritmiche death, melodie tetre, occasionali ottime tastiere. A livello compositivo ricordano il black quando iniziò a virare verso il sinfonico, solo con una teatralità più decadente, più malvagia e meno plateale. Intense le melodie di “Enlighten Salvation”, canzone che non nega ritmiche brutali e singing disumano. Ottima “Acosmic Ascendant”: coinvolgente, piena di evoluzioni, capace di portarsi vicino all’identificazione con un sottogenere per poi virare improvvisamente destabilizzando e devastando. Curata e magnetica “Vertigo”, mentre “Aurora” è capace di portare la memoria indietro di un ventennio, dalle parti di Bergen. Death tecnico, evoluto e pregiato con “Black Moon Silhouette”. Ottimo disco: un black furioso e mai scontato anche grazie alla trasversalità dei generi sfiorati ed un package di ospiti impegnati, come Steffen Kummer (Obscura, Thulcandra), Ville Viljanen (Mors Principium Est), Simon Girard (Beyond Creation) e Vladimir Cochet (Mirrorthrone). Questo insieme di idee regala a “Singularity” un posto di prestigio nell’ambito della musica estrema, senza per forza doversi identificare o classificare dell’ambito di un ulteriore sotto genere.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10