(Minotauro Records) Strange Here è il progetto di Alexander Scardavian, artista Cesenate che vanta collaborazioni con Steve Sylvester e Paul Chain, oltre ad avere inciso a proprio nome la prima parte di questa esperienza solista “Strange Here”, risalente al 2002. Lo stile proposto attinge soprattutto da quello di Paul Chain, mentore artistico di Alexander. Le sette tracce si muovono tra il doom più tetro e rock settantiano, con parti psichedeliche che creano un’atmosfera inquietante e malsana. L’opener “Still Alone” è doomy, non lontana dallo stile dei Cathedral, e anche la voce di Alexander è piuttosto simile a quella di Lee Dorrian. Parti di tastiere e cori conferiscono una certa epicità al brano. “Kiss Of Worms” rallenta ulteriormente la velocità; il riffing si fa pesantissimo e le vocals sono dilatate, stralunate, malate e folli. “Born To Lose” è puro doom catacombale che si muove in territori cari ai Saint Vitus , in cui lentezza e solennità vanno a braccetto. “Black, Grey And White” è pura oscurità, costruita su chitarre acustiche che ricordano quelle di “Planet Caravan” dei Black Sabbath. La voce è sofferente, angosciante e le sonorità dell’hammond rendono il tutto estremamente tetro. Con “Acid Rain” torniamo alle sonorità più doomy, e anche questa volta aleggia l’ombra sinistra dei Saint Vitus. “Only If” è una ballata acustica costruita su un arpeggio triste e malinconico su cui si stagliano le liriche cantate con voce declamatoria. La conclusiva “Shiftless” ha un incedere più blues oriented, con chitarre iper sature che ricordano certi estremismi sonori (per l’epoca) dei Blue Cheer. Un album variegato, ancorato negli anni ’70 ma che suona sorprendente fresco, suonato col cuore e accompagnato da testi per nulla scontati. Una gemma oscura da parte di un grande artista Italiano.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10