(Hellthrasher Prod.) Un mondo post-apocalittico, dove le macchine imperano e sentiamo solamente i suoni provenienti da inquietanti robot che ormai hanno già eliminato l’essere umano, o meglio ancora, l’hanno reso schiavo. Il primo approccio con questo lavoro è stato abbastanza sconvolgente, perché nella mia “carriera di ascoltatore” mai avevo sentito un gruppo che osava fino a questo punto. Certo, ci sono stati i mitici Laibach che con il loro sound marziale e industrial hanno letteralmente sconvolto la scena musicale, c’erano i Refused che al punk hanno aggiunto una dose di sperimentazione inserendo l’elettronica, c’erano i Jesus Lizard che hanno concepito un mix di post-hardcore e suoni sintetizzati che successivamente hanno dato origine al noise rock… Ma fino ad ora io non avevo mai sentito una sperimentazione così eccessiva. Eccesso, proprio di questo parliamo perché se ascoltate l’intero album noterete che nessun brano segue una linea sonora comune, ma al contrario ogni pezzo è indipendente. L’unica caratteristica predominante in “Armadillo” è l’elettronica che accompagna l’ascoltatore durante tutti i dieci brani, ma attenzione: se pensate che l’elettronica sia una componente statica che funge da “collante” vi sbagliate, perché essa sembra mutare perennemente. Insomma una continua evoluzione. Un essere creato in laboratorio da qualche scienziato folle, dove l’umano viene ibridato con la tecnologia, dove lui stesso è un insieme di circuiti elettrici e cavi… Ecco a che cosa potrei paragonare quest’album. Se amate la sperimentazione e l’elettronica, “Armadillo” dei Strigaskór nr. 42 senza dubbio vi stupirà, perché sono certo che non avete mai ascoltato un lavoro del genere… Siete ancora sicuri che le macchine non potranno mai dominare il mondo? Strigaskor Nr.42: assalto tecnologico.
(Matteo Molotov Ross) Voto: 9/10