(Nuclear Blast Records) Greg Mackintosh è il chitarrista solista dei Paradise Lost e per poco meno di un decennio ha tenuto in vita il progetto Vallenfyre, nato nel 2009 come tributo e personale tentativo di uscita dall’empasse emotiva determinata dalla morte di suo padre. Nell’ultimo concerto dei Vallenfyre Mackintosh annunciò la nascita di una nuova avventura musicale, appunto Strigoi. Un luogo sonoro ben diverso dal resto, con un’atmosfera apocalittica, addensata di nubi e percorsa da fulmini che squarciano ogni cosa. Strigoi è un’entità mitologica rumena, uno spirito che sorge dalle tombe e assume svariate forme. Morte, decadenza, sono ben espressi in questa landa sonora, dove niente ritorna alla vita e tutto rappresenta una sgretolazione dell’essere umano. Le chitarre di Mackintosh sono corrosive, molto distorte e sembrano un misto tra quelle del tipico death svedese, oltre che nella fattualità di alcuni pezzi, come “Seven Crowns”, e qualcosa che andrebbe bene per una noise metal band. Sfuriate infinite, tirate devastanti, le sei corde sono il centro, il fattore risolutore di ogni tratto melodico possibile, immaginato, tentato. La realtà sonora di “Abandon All Faith” resta un apocalittico momento di distruzione. Chris Casket, ex Extreme Noise Terror e collega del chitarrista nei Vallenfyre, è l’anima perfetta per accorpare nichilismo al sound generale e sostenere le chitarre rumorose e sfrontate. Il senso del tutto se è death metal old school di stampo svedese, vi rientra di conseguenza anche il punk e il grind, come nella migliore tradizione di band come Grave e Carbonized. Poche le sortite di stampo death-doom, per quanto poi compaiano e con un’atmosfera agghiacciante quasi. “Parasite” è uno dei momenti più estremi di “Abandon All Faith”, mentre “Carved Into The Skin” è l’irrompere del doom nello scenario. Tre quarti d’ora di desolazione, soprattutto di una produzione poco Nuclear Blast, per quanto è di fatto mostruosamente imperfetta e ruvida nei suoni.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10