(Autoproduzione) Molecole acustiche, composte da atomi sonori, liberi, puri. Chimica conosciuta della musica. Arrivano però cinque scienziati svedesi che cambiano le regole. Nuova teoria. Instabilità molecolare, disordine strutturale. Metal progressivo? Rock progressivo? Difficile etichettare questo EP che mescola sapientemente una vastità di stili e generi i quali si attorcigliano, si inseguono, si fondono, si compongono e scompongono. Ispirazione musicale proveniente da Cynic, Death, Opeth, Dream Theater, ma con influenze psichedeliche, dark, rock, death, melodic death. Una soluzione chimica potentissima, efficace, nuova, fresca e decisamente ben riuscita. Le quattro canzoni che compongono l’EP (registrato in soli quattro giorni) introducono una racconto, un concept album, una storia di pazzia totale, estrema: un futuro padre vittima di una psicosi violenta viene dominato da una voce interiore che gli ordina di uccidere la futura madre ed il figlio non nato. La pazzia, l’internamento, la terapia (descritta nella stupenda “Sleep on Aripiprazol”), la lenta riconquista della lucidità ed i terribili fatti che emergono verso la coscienza, che passano dallo stato volatile dei ricordi onirici a quello solido, pesante, mastodontico della cruda realtà. La mente che affronta situazioni impossibili da concepire, vano tentativo di curare ferite impossibili da rimarginare. Un’idea tematica terribilmente fantastica, supportata magistralmente da composizione ed esecuzione musicale perfette. Una pazzia musicale, una nuova dimensione, un disordine strutturale che è il nuovo ordine. L’album? Se queste sono le premesse, sarà alta scuola musicale.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10