(Satanath Records) Beh, devo dire che una volta tanto il nome non tradisce le aspettative. Gli Styxian Industries mi hanno incuriosito fin da subito per nome e copertina, entrambe basate su un concetto artificiale e sintetico. Ecco, appunto questo ultimo termine può essere visto come chiave di lettura per questa release, tutt’altro che facile e scontata. Qui non si troverà traccia di Black propriamente detto, ma nulla toglie che la musica proposta sia altrettanto feroce e nera, visto che da che mondo e mondo l’Industrial ha sempre avuto un’aura di inquietudine e oscurità ben radicati nella propria tradizione. Allora, gli Styxian Industries dicevamo… partiamo con il dire che il tentativo del combo di fondere Black e Industrial può dirsi riuscito, per lo meno nella misura in cui la proposta musicale risulta fresca e inedita, anche se va detto che di sicuro non è un disco che si può digerire al primo ascolto. In una decina di tracce molto ma molto elettriche e sintetizzate ritroviamo i classici canoni estetici dell’Industrial. Quindi ritmo martellante e volutamente artificioso nei suoni, basso praticamente assente, strutture semplici e ripetute allo sfinimento, voce passata attraverso una quantità non identificabile di filtri. Il risultato di per sé dovrebbe essere strasentito, ma l’interessante sta proprio nel sovrapporre tutto questo a suoni e tematiche tipicamente Black, soprattutto nella struttura delle canzoni. Il tutto condito da un mood musicale che dona immediatezza alle tracce. Ecco quindi che di volta in volta possono venire alla mente i Samael piuttosto che i Moonspell più sperimentatori. Insomma, di carne al fuoco qui ne troviamo molta, anche se non è detto che non ne faremo indigestione. Da provare assolutamente.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10