(FDA Rekotz) La copertina di questo album riprende la mitologia e le immagini, da essa derivate, dei Miti di Cthulhu di H.P.Lovecraft. Anche l’intro dell’album pronuncia litanie e nomi di quei Miti e i titoli delle canzoni sono apertamente ispirate al ciclo di Lovecraft che è appunto il soggetto base di questo album di debutto dei tedeschi Sulphur Aeon. Personalmente non mi tange il fatto che l’argomento sia stato ampiamente trattato, in particolare in ambito metal, ma quello che catalizza la mia attenzione, quando si accosta lo scrittore americano al metal, è se la musica abbia o meno la capacità di riuscire a dipingere quelle atmosfere così magnificamente descritte nelle opere del Solitario di Providence. I Sulphur Aeon hanno realizzato già qualcosa nel passato, ma è questo album la prima vera grande opera di sostanza. I tedeschi costruiscono trame sonore attraverso un tuonante death metal e il black metal, anche di taglio sinfonico. Il prodotto finale vede dei pezzi in cui grava una sorta di atmosfera, cappa, aura che grava sui pezzi. Il drumming di Daniel Dickmann (December Flower) è un continuo gesto tellurico, un turbine che sconquassa ogni cosa. Le chitarre erigono muri irti di rovi spinosi, ma anche ventate sonore e torbide melodie che realizzano un’epica dell’inferno. Inquietanti e da incubo, il momento forse in cui la melodia diventa una vera celebrazione del culto del mito, oltre che la migliore dal punto di vista della musicalità, è la conclusiva “Zombi”. Sia le sei corde che il basso sono di Torsten Horstmann (anche lui un December Flower), mentre la voce è quella di Martin Hellion. Un oceano che si solleva, le creature che lo popolano sono appunto esseri ancestrali, è questa la visione che suscita l’ascolto di “Swallowed by the Ocean’s Tide”. La marea arriva, si avverte, si ode e quando si schianta contro si vien risucchiati da un turbinio furioso.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10