(Chaos Records) L’etichetta messicana Chaos Records ha già pubblicato un EP e i due precedenti album dei suoi compatrioti Summoning Death. Viene dunque scontato ritrovare l’effige della Chaos anche sul terzo album dei Summonings, espressione del death metal che mischia sonorità vicine a quelle della prima forma del death metal di Madre Svezia, con le tipiche e sontuose quanto marcescenti sonorità degli Stati Uniti. Insomma, i chicos del Centro America riescono a tenersi nei due versanti di stile del death metal, presentandolo con sonorità cupe, ambientazioni fosche che pescano appunto dalla scena della Florida e dei primi Immolation ma meno veloci, mentre le rasoiate soliste delle chitarre e alcuni intrecci melodici richiamano certamente ai primi Dismember, Grave e i soliti Paganizer. Un cantato in growl con interventi in scream con quell’idea di fondo alla Glen Benton. In fatto di melodie i Summoning Death sono formidabili, ne piazzano di continuo e spesso a inizio brano, incollando subito l’attenzione dell’ascoltatore e trafiggendolo con lancinanti soli e feedback di sorta che rendono tagliente ogni loro pezzo. Sanno giocare a essere decadenti o folli, estrosi nelle strutture dei pezzi o in soluzioni inattese, oppure rigorosamente old style caricando a testa bassa. A volte infatti con la bussola impazzita! Non ci si annoia con i Summoning Death e del resto il loro nome, ‘evocare la morte’ o ‘evocare morte’, è proprio ciò che emerge da questo ascolto così estremo, instabile. Di fatto questi musicisti posseduti si sono ispirati a film di squartamenti e b-movie vari degli anni ’80.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10